La parola malese ‘kodiho’ significa capo o signore. A un termine così affascinante, queste piante devono il nome scientifico di codiaeum. Nei tempi antichi, infatti, nei villaggi malesi era in voga la tradizione di adornare con le loro foglie ampie e lobate la testa o il collo delle persone di rilievo. Spesso, venivano usate anche nelle cerimonie religiose e come offerte votive.
Nonostante la loro introduzione nei mercati di tutto il mondo non sia troppo recente, la famiglia dei codiaeum non è associata a un significato ben definito. Recentemente, i loro continui cambi di colorazione hanno fatto pensare a degli sbalzi…d’umore. Così, si è diffusa l’idea di utilizzarle per rappresentare il capriccio.
Le euforbiacee contengono notoriamente una sostanza linfatica bianca che è molto velenosa. Questo composto alcaloide, però, non ha impedito agli stregoni del pacifico, di utilizzarli come portentosi strumenti curativi naturali. Sono usati ancora oggi per contrastare le infezioni gastriche e intestinali, per impacchi antinfiammatori e persino per produrre infusi rilassanti.
Ma una cosa è certa, non ti servirà provare a estrarre elisir portentosi per apprezzarle. La loro bellezza vale molto di più di qualsiasi magia.
Adesso, non ci resta che scoprire quali sono le varietà specifiche di maggiore tendenza in questo periodo.